venerdì 2 novembre 2007

.: l'Orgoglio di essere Siciliani :.

Quando si parla della Sicilia, difficilmente la maggior parte delle persone rifugge dalla tentazione di indicarla con la mafia. Taluni erroneamente la presentano in un quadro di degrado e di squallore, come una terra pericolosa abitata da gente ingovernabile e umanità indecente, accomunando pertanto il popolo siciliano, in toto, ad un gruppo spregevole di feroci e sanguinari delinquenti. Per nulla minimizzando certi fenomeni delinquenziali, le preconcette denigrazioni di coloro che si accaniscono nel vedere unicamente i lati negativi della realtà siciliana non fanno altro che oscurare la vera identità di quest’isola, madre della cultura, le cui origini sono antiche e nobilissime.

La Sicilia fu crocevia di genti e popoli diversi, patria di poeti, scienziati, filosofi, artisti e culla di tre straordinarie culture, quella greca, quella araba e quella normanno-sveva, grazie alle quali divenne il più fulgido centro del Mediterraneo. Nel periodo greco produsse geni come Archimede, i cui contributi scientifici nel campo della fisica, della matematica e del calcolo infinitesimale sono tuttora validi, il sofista Gorgia da Lentini, la cui dialettica sbalordì perfino gli Ateniesi e Teocrito da Siracusa, maestro di Virgilio. Nel periodo arabo fece conoscere ai dotti l’uso della carta, rivoluzionò le abitudini alimentari e nel 969 d.C. fu un siciliano, Giawar da Palermo, a fondare la città egiziana del Cairo. Nel periodo normanno-svevo, invece, assistiamo alla nascita della letteratura italiana con la Scuola Poetica Siciliana presso la corte di Federico II, munifico protettore di dotti, scultori e filosofi. Ma la Sicilia è anche un esempio luminoso di amore per la libertà, mostrato in occasione del Vespro Siciliano del 1282, di rispetto per la democrazia con la Costituzione del 1848 che poneva il Parlamento al di sopra del Re e di autentico culto per l’umanità (si pensi alla proposta di abolizione della pena di morte avanzata dal palermitano Argisto Giuffredi nel 1580, due secoli prima di Beccaria).

Benché vi siano le condizioni adatte per ottenere un ruolo di primo piano, la Sicilia si ritrova abbandonata ai propri problemi e disprezzata. Perfino esponenti politici del Nord Italia sono arrivati al punto di definirla “una fogna immane da cui l’Italia farebbe bene a staccarsi”, non sapendo invece che molti siciliani hanno operato in modo proficuo in alcune città settentrionali: per esempio, a Torino la grandiosa Basilica di Superga è stata costruita dal messinese Filippo Juvarra e a Bologna la più bella fontana cittadina, quella del Nettuno, è stata realizzata dall’architetto palermitano Tommaso Laureti.

Questo complesso di notizie storiche fa sì che la Sicilia sia una terra degna di essere conosciuta, apprezzata, onorata e di far parte dell’Italia in modo eminente, in quanto onnipresente in tutti i momenti genetici fondamentali della nostra storia nazionale. Importante è evidenziare il fatto che la cultura italiana sia innanzitutto siciliana, non potendo così confutare le parole dello storico tedesco Goethe: “Senza di essa l’Italia non lascia immagine nello spirito; nel bene e nel male, essa è l’Italia al superlativo”. Così, nessun’altra isola erge sull’orizzonte della nostra civiltà una fronte più radiosa della Sicilia. Essa punta verso tre continenti e ne sintetizza le caratteristiche, ma punta anche al nostro cuore, facendoci mostrare l’orgoglio di essere, ancor prima cittadini del mondo e italiani, fieri cittadini siciliani.

DARIO AGNELLO

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